Un'esperienza concreta di giustizia riparativa: il Progetto Ponte 3

Un’esperienza concreta di giustizia riparativa: il Progetto Ponte

Un'esperienza concreta di giustizia riparativa: il Progetto Ponte

Un'esperienza concreta di giustizia riparativa: il Progetto Ponte 1

 

 

 

 

 

Siamo giunti alle fasi conclusive del “Progetto Ponte”, nei prossimi mesi si svolgerà l’incontro conclusivo delle attività. L’obiettivo è quello di dare continuità al lavoro già svolto e rendere effettiva e duratura la sua finalità di inclusione sociale, garantendo ai nove borsisti coinvolti nel progetto dei concreti percorsi di realizzazione personale attraverso lo sviluppo di progetti di vita che portino ad una cittadinanza attiva.

 

È doveroso spendere alcune righe sugli interventi previsti e gli obiettivi raggiunti dal “Progetto Ponte” nel corso del suo svolgimento:

La cooperazione tra Paideia, Ente Capofila del progetto, la cooperativa sociale “Stalker”, l’azienda agricola “Luigi Daina” e l’associazione “Migranti senza frontiere” ha permesso a nove borsisti, sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria in esecuzione penale esterna, di intraprendere un “nuovo percorso di vita” ripartendo dalla riscoperta dell’agricoltura con la creazione di orti sociali, stimolo individuale di crescita ed allo stesso tempo di aggregazione; i partecipanti si sono impegnati direttamente nell’adeguamento e preparazione dei fondi agricoli e delle strutture di servizio, nella conduzione degli stessi e nella coltivazione di prodotti ortofrutticoli, infine nella trasformazione e conservazione di questi ultimi. Non sono mancati i momenti formativi  volti a far conoscere a tutti i partecipanti le potenzialità della giustizia ripartiva e della cittadinanza attiva, offrire un’opportunità concreta di orientamento al lavoro e di accompagnamento allo sviluppo di progetti di vita, e infine ad introdurre la tematica dell’auto-imprenditorialità, suggerendone potenziali percorsi di realizzazione.

 

È proprio da qui che ci proponiamo di ripartire nei mesi a seguire la conclusione del progetto in senso stretto, ossia con la possibilità di una creazione di una nuova cooperativa sociale che garantisca la continuità delle attività svolte dai borsisti e riempia di significato parole come “giustizia ripartiva” e “reinserimento sociale” che altrimenti rimarrebbero solo inutili contenitori vuoti.

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